Piastrine basse, rischi medi e alti

Le piastrine costituiscono uno dei componenti fondamentali del sangue, di cui determinano la coagulazione.
Si tratta di corpiccioli della grandezza di appena 2-5 micron che originano dal midollo osseo che in condizioni normali sono presenti in numero da 100 a 400mila per ml e con una vita media di soli 3-10 giorni.

Che cosa vuol dire piastrinopenia
Perchè le piastrine sono basse
Come accorgersi del problema
I pericoli di averle troppo basse
Come migliorare la situazione

In pratica, quando c’è la rottura di un vaso, le piastrine si aggregano creando una sorta di tappo che va ad ostruire la lesione e, al tempo stesso, rilasciano sostanze che favoriscono la coagulazione e quindi la riparazione della ferita.
Quando vi è una mancanza per diverse ragioni, il loro numero scende al di sotto delle 150000 unità e si parla di piastrinopenia, termine medico che indica una condizione di piastrine basse.

I vari tipi di piastrinopenia

Dal punto di vista scientifico il significato di piastrine è molto chiaro. Fa riferimento a piccole masserelle protoplasmatiche prive di nucleo, incolori, collocate nei vasi sanguigni. Altro modo per definirle è “trombociti”, anche se decisamente meno utilizzato nel linguaggio comune.

piastrine del sangue

Nascono nel midollo osseo risultano essenziali per la coagulazione e quindi per arginare i tagli sulla cute. Essendo prodotte dal midollo osseo, si può comprendere l’importanza di un trapianto di questo tipo per la sopravvivenza di persone che, per situazioni contingenti, si ritrovano ad avere un livello di trombociti eccessivamente deficitario.
In base al loro numero nel sangue, si distinguono diverse forme di piastrinopenia, alcune più lievi, altre decisamente più severe.

Un quantitativo per milionesimo di litro compreso fra le 100000 e le 150000 unità, comporta una piastrinopenia lieve. Un numero compreso tra 50000 e 100000 unità indica una piastrinopenia di grado medio, mentre, se le piastrine mancanti mostrano un range unitario che spazia tra 10000 e 50000, si parla di piastrinopenia grave.
Nei neonati e nei bambini la più comune causa di un numero molto ridotto è dovuta alla porpora trombocitopenica idopatica, una patologia dovuta ad una cattiva “lettura” del corpo di questi corpiccioli, visti come cellule estranee.

In pratica il corpo produce anticorpi contro le piastrine, provocandone una massiccia distruzione e, di conseguenza, riduzione.
La maggior parte dei bambini affetti da ITP presentano una precedente malattia virale, a sua volta causa della anomala risposta immunitaria.
Epistassi (sangue dal naso), ecchimosi e sanguinamento delle gengive o altre aree sono sintomi comuni nel bambini con ITP.

I neonati prematuri nascono con un numero appena inferiore alla norma, ma entro un paio di settimane i valori si ristabiliscono.
La trombocitopenia nei più piccoli può essere dovuta anche alla sindrome emolitico-uremica o HUS, che scaturisce dall’infezione da un ceppo specifico di E. coli, causa di diarrea e intossicazione alimentare. In un bimbo colpito da HUS subentrano insufficienza renale e trombocitopenia.

Le piastrine basse alla nascita, quindi congenite infine, sono in genere dovute ad una reazione autoimmune degli anticorpi della mamma.
Un deficit analogo si riscontra spesso anche nei soggetti anziani, anche se appare più “naturale”, rispetto a quando il problema riguarda un bimbo appena nato.
Molteplici le cause dell’emergere di una situazione di questo tipo in terza età: sostituzione del midollo osseo, infezioni e infiammazioni croniche, carenza di vitamina B12 le più frequenti.

Come notare una carenza di piastrine

tasselli puzzle disegnati

E’ possibile risalire ad una condizione di piastrinopenia attraverso uno specifico esame del sangue emocromocitometrico, che consiste in una sorta di conta delle cellule ematiche.

Non di rado si scopre di avere le piastrine basse sottoponendosi ad analisi del sangue di routine.
La diagnosi si basa sulla descrizione di eventuali sintomi, variabili a seconda della causa (se c’è febbre, ad esempio, è probabile una infezione in corso, se invece appare la milza ingrossata, potrebbe trattarsi di splenomegalia) ed, eventualmente, ulteriori test ematici, in particolare l’emocromo, che dettagliatamente fornisce la conta di leucociti (globuli bianchi), eritrociti (globuli rossi) e piastrine, oltre che la descrizione del loro volume e delle loro principali caratteristiche.
In certi casi possono essere richiesti una biopsia del midollo osseo e una ecografia della milza per un’analisi più in profondità.

Può altresì accadere che un calo delle piastrine celi una infiammazione dell’apparato intestinale.
E’ ormai assodato che lo stress, ma anche l’ansia e il nervosismo, soprattutto se protratti nel tempo, giochino un ruolo essenziale nella comparsa o nell’accentuarsi di questi disturbi.

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Una piastrinopenia associata ad anemia e ad un numero aumentato di globuli bianchi (leucocitosi) può invece indicare la presenza di un tumore al midollo osseo (leucemie e mieloma), infiltrazioni tumorali del midollo (dovute a linfomi e carcinomi), aplasia del midollo (che, a sua volta, può essere congenita, come per esempio in chi è affetto da anemia di Fanconi, o dovuta ad infezioni virali, ad esempio la monocleosi e la varicella, o batteriche).

Sintomi

I sintomi correlati sono essenzialmente riconducibili ad una difettosa coagulazione del sangue.
In pratica, potreste notare che tagli e ferite, anche di piccola entità, impiegano molto tempo a rimarginare, potrebbero comparire frequentemente ematomi sulla pelle, sanguinamento dalle mucose (anche le gengive) e versamenti ematici all’interno delle articolazioni.
Le emorragie possono riguardare anche l’apparato urinario e gastroenterico, con evidenti tracce di sangue nelle urine e nelle feci.

Un tipico sintomo da piastrine basse è la porpora, che si manifesta come una sorta di esplosione di chiazze rosse di circa 1-2 centimetri di larghezza sulla pelle.
Dal punto di vista delle analisi anche una carenza di ferro potrebbe rappresentare un sintomo importante. L’utilizzo di integratori a base Fe può essere, in questi casi, insufficiente.
Poiché, come sopra accennato, la piastrinopenia contempla diverse cause scatenanti, anche i sintomi ad essa legati, come è evidente, differiscono a seconda di quale sia l’origine della condizione.

E’ pur vero tuttavia, che la piastrinopenia, soprattutto se di entità moderata (quando le piastrine non scendono al di sotto delle 100000 unità), può non dare alcun segno rilevante di sé al soggetto colpito, che spesso la scopre solo sottoponendosi alle analisi del sangue di controllo.

Le cause di un ribasso

Le piastrine basse nel sangue potrebbero dipendere dal fatto che l’organismo non ne produce abbastanza, una circostanza che è spesso conseguenza di un’anemia oppure di leucocitosi (aumento dei globuli bianchi) o leucopenia (diminuzione dei globuli bianchi).

Possono risultare basse anche perché il corpo ha bisogno di utilizzarle in numero maggiore rispetto al solito, come accade in caso di emorragie di varia origine e natura, di mestruazioni molto abbondanti, o quando è in corso una gravidanza.

Epatite, infezioni da cytomegalovirus, malaria, monucleosi, malattie esantematiche (morbillo, rosolia, varicella) e cure chemioterapiche, possono anch’esse dare origine a piastrinopenia.
Valori ridotti possono scaturire da motivi banali e facilmente risolvibili, come succede, per esempio, quando sussiste una carenza di Vitamina B12 (tallone d’Achille di molte diete vegane), indispensabile alla formazione stessa delle piastrine, ma anche da cause di gran lunga più serie, come la leucemia e il mieloma multiplo.

Pericoli e conseguenze sulla salute
Il pericolo più immediato in condizioni del genere riguarda tutte quelle situazioni in cui è coinvolta la coagulazione del sangue. Il rischio emorragico si fa decisamente più alto, imponendo l’individuo a fare delle scelte precise.

Se la pistrinopenia è di grado lieve, qualche precauzione può essere sufficiente ad evitare problemi; il medico in questi casi, almeno generalmente, si limita a suggerire al paziente una serie di misure da adottare, come evitare sport da contatto e attività potenzialmente pericolose in quanto potrebbero provocare tagli, ferite e urti che rimarginerebbero con difficoltà, limitare il più possibile gli alcolici e i medicinali in grado di abbassare il numero delle piastrine (come l’Aspirina).

Averle un po’ basse non è un problema particolarmente debilitante e si può condurre una vita più che normale.
Anche quando le analisi del sangue possono riportare valori inferiori alla media e linfociti molto alti non bisognerebbe allarmarsi eccessivamente, ma ragionare sui cambiamenti avvenuti nella propria vita, anche sotto il profilo della nostra dieta e di eventuali medicine che stiamo assumendo nel periodo.

Meglio aspettare 50 giorni ed effettuare nuovamente le analisi, qualora la discordanza fosse sparita, possiamo convincerci del fatto che si sia trattato di un episodio estemporaneo. Se invece continuasse a risultare un valore di linfociti troppo alti sarà meglio vederci più a fondo, perchè potrebbe essere un sintomo di qualcosa di più problematico.

Le cose cambiano quando la piastrinopenia risulta severa o gravissima. In particolare, se le piastrine scendono al di sotto delle 10000 unità, si rende indispensabile una immediata trasfusione di sangue.

Cosa fare per rimediare al problema

Il trattamento migliore ed eventualmente definitivo per eliminare il problema inizia da una corretta diagnosi che ne accerti l’origine, così da poter approntare una cura che, possibilmente, elimini la fonte stessa del problema.
In genere i farmaci più utilizzati sono i cortisonici e gli immunosoppressori. Quando non è possibile sconfiggere del tutto la patologia che da origine al malessere, ci si limita a tenerle sotto controllo.

In caso di sanguinamento abbondante, è necessario assumere concentrati piastrinici.
Nelle situazioni più gravi dovute a splenomegalia, può rendersi indispensabile l’asportazione dell’organo.
La piastrinopenia è un disturbo complesso che necessita di cure adeguate e che non deve mai essere sottovalutato se si vuole evitare di incorrere in conseguenze molto gravi, che mettono in serio pericolo la vita del paziente.

Non è un caso se la cura delle piastrine venga spesso associata a rimedi naturali ed omeopatia. Il parere dei dottori non è mai unanime e per stabilire se siano migliori i prodotti omeoterapici o i tradizionali farmaci, si finirebbe per entrare in un campo minato.
A quanto ne sappiamo a tutt’oggi, esistono solo pochi e documentati casi di remissione di piastrinopenia dovuti ad assunzione di melatonina e Vitamina C, ma nessuna altra certezza in merito c’è, almeno per il momento. Anche l’assunzione di vitamina k, seppur tenacemente sostenuta da molti dottori, non può essere considerato un rimedio universale.

Ecco perché alla domanda se l’omeopatia sia in grado o meno di curare la piastrinopenia, si può rispondere soltanto che non c’è nulla di definitivo a riguardo e che, ad ogni modo, eventuali terapie naturali dovrebbero necessariamente essere valutate caso per caso, dovendosi l’omeopatia adattare e conformare alla naturale diversità che intercorre tra un individuo e l’altro.

Lo stesso discorso vale per l’alimentazione: la maggior parte delle cause da cui consegue un numero ridotto di piastrine (si parla di abbassamento numerico) non hanno nulla a che vedere con ciò che si mangia. Neppure la dieta vegetariana, per fare un esempio, influirebbe su questo, creando a volte lacune sotto il profilo del reperimento di vitamina B12.
In linea generale tuttavia, si può affermare con certezza che, in caso di penia, gioverebbe più una dieta bilanciata che comprenda zuccheri complessi, olio extravergine di oliva, legumi, carni bianche, pesce e cereali integrali.

Un rimedio per ovviare a poche piastrine nel sangue sono gli antibiotici, i migliori dei quali conterranno protrombina. Sono questi medicinali a favorire la coagulazione nel nostro organismo, sopperendo a uno scompenso che potrebbe esporre il corpo a rischi anche molto seri. Grazie alle proprietà coaugulanti e la trasformazione del fibrilinogeno nell’enzima fibrina, sarà di nuovo possibile la creazione di una crosta, a seguito di una ferita.

Quando la perdita di sangue risulta insostenibile per il fisico, a seguito di terribili incidenti stradali o altre condizioni, le cure farmacologiche potrebbero non bastare. Nei casi di gravissima assenza l’unica soluzione da seguire è quella delle donazioni di sangue. La solidarietà degli amici, disposti ad aiutare un compagno in difficoltà, o quella di altre persone, regolarmente iscritti all’Avis o Fidas, può fare veri miracoli e servire a salvare tante vite umane.

L’anemia emolitica microangiopatica e la conseguente distruzione dei globuli rossi, quando accompagnata da insufficienza renale può essere fatale in moltissimi casi e aumentare sia i rischi che le percentuali di morti a causa di questa carenza.

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